I pazienti affetti da CoViD19 possono sviluppare una polmonite interstiziale associata ad insufficienza respiratoria acuta che, nei casi più gravi, può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva o semi-intensiva.
I pazienti CoVID 19 ospedalizzati sono caratterizzati da una condizione di iperinfiammazione e stress ossidativo grave, spesso associati a un quadro di polimorbidità, età avanzata ed ipoalbuminemia indipendente dal BMI. Questo quadro risulta quindi essere predittivo di denutrizione.
Molti pazienti, soprattutto quelli in condizioni respiratorie più gravi, devono essere spesso sottoposti a intubazione o tracheotomia, come visto nei precedenti articoli. Questi interventi, oltre a rappresentare un importante challenge dal punto di vista nutrizionale, possono determinare l'insorgere di disfagia di diversa gravità. Le difficoltà deglutitorie possono essere dai tubi endotracheali che possono determinare ulcere mucosali e/o infiammazione della faringe e della laringe, oltre a causare debolezza delle strutture orofaringee e quindi odinofagia ed aspirazioni.
Sulla base di quanto evidenziato sopra, alcuni ricercatori italiani dell'Ospedale Giovanni Borea di Sanremo (CoVID Hospital) hanno sviluppato un protocollo per il trattamento nutrizionale dei pazienti ricoverati.
I pazienti
Nello studio sono stati arruolati 143 pazienti ricoverati presso il COVID Hospital. I pazienti, per poter essere trattati nutrizionalmente in modo adeguato, sono stati classificati sulla base della gravità della sindrome SARS-COV-2
- Pazienti ricoverati in terapia intensiva: 49 pazienti intubati o tracheostomizzati, nutriti con formule enterali ed un supporto parenterale, quando necessario, per l'intera durata del supporto respiratorio
- Pazienti ricoverati in reparti CoVID:
- 35 pazienti nutriti con la Dieta Standard, composta anche da alimenti frullati pronti all'uso, specificatamente studiati per le problematiche di disfagia e denutrizione.
- 9 pazienti supplementati con ONS cremosi.
- 18 pazienti nutriti con la Dieta Standard ed ONS cremosi
- 32 pazienti nutriti con diete speciali, specifiche per la loro comorbidità: nutrizione enterale, parenterale o dieta per IRC
Le valutazioni ed il trattamento nutrizionali
All'atto del ricovero ospedaliero, tutti i pazienti non-intensivi sono stati sottoposti allo screening nutrizionale NRS. Coloro che risultavano positivi ad almeno uno dei parametri valutati sono stati considerati a rischio di denutrizione. Oltre all'NRS, tutti i pazienti sono stati valutati con il Global Leadership Initiative on Malnutrition e sono stati costantemente monitorati diversi parametri ematochimici correlati allo stato nutrizionale.
Dal punto di vista della terapia nutrizionale, il Fabbisogno Energetico è stato stimato attraverso l’utilizzo dell'equazione predittiva di Harris-Benedict moltiplicata per il fattore di correzione di 1.2-1.3 dovuto alla presenza di una patologia acuta.
Sulla base dei risultati dello screening sono poi state studiate da professionisti della nutrizione differenti terapie nutrizionali. In questo articolo ci concentreremo su coloro che hanno potuto nutrirsi per via orale.
La dieta standard, a consistenza modificata, ha un apporto di circa 1500Kcal, 19% di proteine, 45% di lipidi e 36% di carboidrati. Si compone anche di pasti completi dal volume di 300g per i pasti principali e di una polvere di cereali iperproteica ed ipercalorica che, mescolata con il latte, permette di ottenere una colazione cremosa adatta al paziente con problemi di deglutizione. Il vantaggio dell'utilizzo combinato con questi prodotti è che sono pronti all'uso, in porzioni individuali, iperproteici, ipercalorici e sicuri dal punto di vista batteriologico. Inoltre essendo concentrati in un piccolo volume, permettono di ridurre il tempo dedicato al pasto in pazienti in cui la condizione ventilatoria li porta ad affaticarsi facilmente.
I supplementi cremosi: apportano 200Kcal e 12,5g di proteine in 125g di prodotto, sono stati utilizzati in caso di fabbisogni nutrizionali superiori agli apporti della dieta standard.
I risultati in terapia non-intensiva
N.B. si tratta di risultati preliminari
La dieta standard, basata sull'uso dei prodotti Nutrisens ha mostrato un elevato livello di compliance da parte del paziente, è stata ben tollerata e l'incidenza di complicazioni, in particolare gastrointestinali, è stata molto bassa (5,3%).
Inoltre la dieta standard ha permesso di raggiungere più facilmente i target nutrizionali dei pazienti in terapia non-intensiva e questo ha permesso un migliore outcome clinico: infatti 52 dei 56 pazienti che hanno coperto i loro fabbisogni energetici sono stati dimessi (il 93%), mentre 14 dei 38 pazienti che non li hanno raggiunti sono deceduti (il 37%).
E' quindi possibile valutare come positivo il risultato di un protocollo comprendente anche l'utilizzo di prodotti freschi e sterilizzati pronti all'uso per il trattamento di pazienti affetti da CoVID-19.
Nutritional therapy for COVID-19 patients: practical protocol from a single highly affected center by the outbreak of the novel severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) infection.
Elena Formisano, Pasquale Di Maio MD, Cecilia Ivaldi MD, Elsa Sferrazzo MD, Lorenzina Arieta, Silvia Bongiovanni, Loredana Panizzi, Elena Valentino, Andrea Pasta MD, Marco Giudice MD, Stefania Demontis MD